Quante volte, durante discorsi legati all’informatica o al mondo di Internet hai sentito parlare di dataset XML? Se sei un addetto ai lavori nessun problema, ma se la tua attività non è propriamente quella della programmazione informatica e ti interessa comunque essere a conoscenza di questa nozione, allora qui trovi la risposta alla tua domanda.
Extensible Markup Language: così si organizzano le informazioni dell’utente
Un dataset, come sappiamo, è una sorta di archivio. Un dataset XML è un archivio che organizza tutte le informazioni relative agli utenti attraverso un “Extensible Markup Language”. È insomma un software che gestisce dati basati sui tag. L’utilizzo di questi programmi è perciò ideale quando vengono gestiti dei portali web di tipo informativo, relativi a cataloghi di prodotti, ad esempio, o scambio di documenti. Un utilizzo molto comune di questi software lo si ha in campo medico, quando è necessario archiviare i dati dei pazienti oppure come nel nostro caso nell’ambito di appalti o bandi di gara. Utile anche nel settore del marketing, per segmentare certi dati e produrre delle apposite brochure.
XML abilitato ed XML nativo: le principali differenze
Esistono due tipi di classi per dati XML: l’XML abilitato e l’XML nativo (chiamato anche NXD). Le differenze tra queste due tipologie consistono nella modalità dell’archiviazione dei dati. I dataset XML del tipo nativo compiono delle analisi d’insieme, senza separazione dei dati. Può inoltre gestire più raccolte simultaneamente, ma sempre su base logica. Nell’XML di tipo nativo, invece, il modello logico è indipendente dall’archiviazione fisica. Questo significa che la sua mappatura può avvenire anche su un dataset di tipo relazionale. In entrambi i tipi di software XML, comunque, il linguaggio di programmazione utilizzato è l’XQuery. In pratica, tutto ciò porta, per gli utenti: a cercare documenti di testo sul web con dati specifici, estrapolazione di dati e l’elaborazione di report adeguati.